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Morte di una sirena

Titolo Originale:En havfrues død
Autore:Rhydahl & Kazinski
Anno:2019
Genere:Storico e Mistery
Edizione:Neri Pozza

Prima siamo bambini, anime capaci di percepire, di comprendere e di credere, e poi, ecco che succede: ogni singolo anno successivo all’infanzia è come una pietra di una fortezza che cresce via via, fino a diventare inespugnabile; i giorni grigi e gli innamoramenti tristi sono la malta che lega insieme i mattoni chiudendo fuori la bellezza del mondo.

Trama:

Copenaghen, 1834. Anna lavora in una zona della città dove le botti d’acquavite prendono fuoco per strada, i panettieri vendono pretzel infilati sui bastoni, i marinai ballano tra di loro e i mendicanti e i ladri si aggirano senza sosta. Per provvedere alla Piccola Marie, la figlia di sei anni, riceve fino a tarda ora uomini ubriachi ed eccitati che non le chiedono nemmeno il nome, le strappano i vestiti di dosso e la prendono.
Una sera viene condotta a forza in una casa elegante e, davanti a una grande porta spalancata sul mare, qualcuno pone fine alla sua giovane vita. Il suo corpo viene ritrovato nell’immondezzaio della città, il canale dove si raccolgono tutti i rifiuti di Copenaghen. Un corpo bellissimo con gli occhi chiusi, ma con i capelli che, come quelli di una sirena, scintillano di conchiglie.
«L’uomo dei ritagli»… l’assassino non può essere che lui. Molly, la sorella minore di Anna, ne è sicura: soltanto un dissoluto può recarsi nell’appartamento di una prostituta e starsene tutto il tempo su una panca a contemplarla e a realizzare ritagli di carta che le somigliano. Ne è convinto anche il questore: il responsabile dell’infelice decesso non può essere che lo scrittorucolo con la passione per carta e forbici, l’uomo che è stato visto uscire per ultimo dall’appartamento della vittima.
«L’uomo dei ritagli»… si chiama Hans Christian Andersen ed è o, meglio, vorrebbe essere uno scrittore; tutti i tentativi per diventarlo sono però miseramente falliti, stroncati senza esitazione dai critici. Non fosse per la protezione dell’influente signor Collin, che lo ha spedito in collegio, ha pagato la retta e lo ha introdotto nel bel mondo, sarebbe immediatamente incriminato di omicidio e condotto nelle patrie galere per essere poi punito con vedrebbe volentieri decapitato e sulla ruota, ma, dato il peso dei Collin in città e persino sulla corona, deve scacciare per il momento la visione e offrire ad Andersen un’ultima chance: tre giorni, soltanto tre giorni per trovare altri colpevoli. Se non salteranno fuori, Hans Christian Andersen si trasformerà da scrittore povero in canna in assassino.

Morte di una sirena è un romanzo storico e mistery scritto a quattro mani dagli autori Thomas Rhydal e A. J. Kazinski. Se il primo è un famoso scrittore danese, il secondo autore è regista e sceneggiatore e durante la lettura si percepisce la costruzione di situazioni e scene ad hoc. Spesso mi è parso di trovarmi immersa nelle situazioni insieme al povero Hans Christian Andersen e alla sua combattiva compagna di sventure.

Ecco dopo aver letto questo romanzo, ho realizzato che mai e poi mai vorrei essere povera nella Copenaghen di metà ‘Ottocento. Non ho gli strumenti per poter affermare se l’ambientazione sia storicamente accurata, ma vi garantisco che è descritta minuziosamente e con ottimi risultati. Un po’ come mi era capitato anche con “Profumo“, sentivo emergere il sudiciume dalle pagine.

L’idea di partenza del romanzo è quella di raccontare la storia di Hans Christian Andersen – scrittore prolifico e famoso per le sue fiabe e i componimenti poetici e teatrali – nel 1834, anno di cui non esistono diari. Certamente non si tratta di una fedele ricostruzione biografica, ma di una storia romanzata e verosimilmente plausibile.

Senza fare grossi spoiler vi avviso che questo libro è il festival dei maiunagioia. La parte di indagini procede con ritmo serrato, con un susseguirsi di situazioni più o meno credibili e proprio quando pensiamo che finalmente tutto abbia trovato una giusta direzione, gli autori ci regalano un ultimo capitolo che colpisce quanto un gancio di Rocky Balboa. Cattiveria? Sadismo? O semplice voglia di scrivere una conclusione perfettamente in linea con quello che succede nel mondo reale ai meno abbienti?
Non è dato saperlo, ma nonostante mi sia sentita travolta in pieno, ho apprezzato.

La Copenaghen di Morte di una sirena è – come quasi tutte le città dell’epoca – un luogo grigio, sporco e abietto, in cui o si è facoltosi o si vive male – e si muore anche peggio. I personaggi forse sono il punto meno forte di tutto il romanzo. Non sempre risultano credibili e non hanno chissà quale approfondimento psicologico, però essendo un mistery e non un romanzo di formazione, direi che ci si può accontentare.

Il mistero celato dietro all’identità dell’assassino e alle sue motivazioni mi ha ricordato moltissimo un altro thriller, di cui forse è meglio evitare il titolo per non fare spoiler – ma se l’avete letto o avete visto il film, coglierete anche voi il richiamo.

In conclusione Morte di una sirena è un romanzo storico che svolge bene il suo compito di mistery/thriller, che coinvolge nella lettura e che non si fa scrupoli nel presentarci una società marcia, capace di spegnere anche le fiammelle più brillanti.

TRAMA4
PROSA4,5
AMBIENTAZIONE4
PERSONAGGI3
RITMO3
Gradimento da 1 a 5

Consigliato?

A chi non ha uno stomaco debole e ama leggere di romanzi storici con delitti da risolvere.

Classificazione: 4 su 5.

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