
| Titolo Originale: | Tidelands |
| Autore: | Philippa Gregory |
| Anno: | 2019 |
| Genere: | Storico |
| Saga: | Fairmile – 1 di 3 |
| Edizione: | Sperling & Kupfer |
««Non l’avevo mai detto a nessuno, anche se l’intenzione c’era stata: però sì, ho venduto l’anima, anche se temo di non averne ricavato chissà quale somma. Avevo la fede, quella con cui probabilmente veniamo al mondo, ma dopo averne visti gli effetti l’ho barattata. È una specie di cecità, o di follia deliberata, voltare le spalle a tutto ciò che è nuovo e meraviglioso…. non vedere che il microscopio offre tanti miracoli quanto i Vangeli!»
«Pensate – pensate davvero, intendo – che esistano solo due alternative? Che la fede escluda la ragione, e viceversa?»
«Non solo la ragione – nel mio caso non sarebbe sufficiente come scambio per l’anima! – ma la mia libertà. E a volte penso che sarò punita per questo, ma conosco la punizione e ho imparato a sopportarla…»
Trama:
Sussex, 1648. Durante la notte del solstizio d’estate, Alinor giovane donna con due figli già maturi, vaga per il cimitero sperando di incontrare il fantasma del marito violento che è scomparso per mare ormai da mesi. Si imbatte invece in un giovane prete cattolico in missione per conto del re. La situazione politica in Inghilterra è preoccupante: corona contro parlamento, protestanti contro cattolici, guerre civili e complotti che arrivano da oltre Manica.
E l’unico atto di umanità di Alinor, la porterà in un vortice di passioni e segreti, mettendo in pericolo la sua sicurezza. Perché si sa, nulla è più mal visto di una donna sola e libera.

La guaritrice è un romanzo storico, primo della saga The Fairmile Series, scritto dalla prolifica autrice britannica Philippa Gregory, molto nota anche per il romanzo The other Boleyn girl (L’altra donna del re).
Iniziata come una lettura scelta per caso, ci ho messo un pochino ad entrare nel vivo della storia. La narrazione è pacata, l’ambientazione resa perfettamente dalle giuste descrizioni, i personaggi secondari sono volutamente stereotipati per dare risalto ad Alinor e famiglia.
Se la prima metà del romanzo scorre placidamente, nella seconda monta la piena grazie allo spessore che raggiunge la protagonista. Alinor è una figura forte, determinata, sopravvissuta a violenze domestiche e pronta a tutto per crescere e proteggere la propria famiglia. È una donna con competenze erboristiche, giovane e di bell’aspetto, il cui marito è dato per scomparso ma non defunto, e non può che destare tutti i sospetti e le invidie negli abitanti del piccolo villaggio in cui vive.
Quando incontra James, prete cattolico alle prese con un complotto per far fuggire il re detronizzato dall’isola di Wight, gli offre aiuto cautamente ma senza esitazione. E nonostante tutto quello che succede nel corso del libro, Alinor non mette mai da parte la propria voce, il suo diritto ad essere indipendente e autonoma.
Sullo sfondo delle vicissitudini personali di Alinor, una buona dose d’attenzione viene data alla situazione politica del 1648, con il re in esilio e una guerra civile tra la fazioni. Nel corso del romanzo vengono citate battaglie e scontri fra cattolici e protestanti.
La Gregory porta sulle pagine quella che in parte è stata la storia di tante donne, incomprese e vessate non solo dagli uomini, ma dalle stesse donne vittime del patriarcato.
Il libro mi è piaciuto, soprattutto nel finale che mi ha emozionata e fatto sentire una connessione profonda con Alinor e sua figlia. Sicuramente leggerò i seguiti che completano la trilogia: Marea Nera e Una nuova alba.
| TRAMA | 3 |
| PROSA | 3 |
| AMBIENTAZIONE | 4 |
| PERSONAGGI | 3 |
| RITMO | 3 |
Consigliato?
Sì, bella ambientazione e una storia di affermazione in un mondo contrario alla libertà di esistenza della donna.
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