Legendborn

Non dedicare la tua vita alla perdita. Dedicala all’amore che ti ha dato.

Trama:

Bree Matthews si trasferisce all’università della Carolina del Nord per prendere parte al programma di studi esclusivo dedicato ai liceali, dopo che la madre muore in un incidente d’auto. Sopraffatta dal lutto e dal dolore, costruisce una nuova versione di sé, rabbiosa e distaccata. Già la prima sera elude le regole del campus per recarsi ad una festa di studenti ad una vicina cava, non sapendo che sarà testimone di un attacco da parte di una creatura mostruosa semi informe dalle sembianze animalesche e del modo in cui alcuni studenti combatteranno la minaccia con armi e magia. Bree e gli altri testimoni vengono incantati da un oscuro e ammaliante ragazzo, Selwyn Kane, per dimenticare l’accaduto. L’incantesimo però non avrà effetto su Bree che al risveglio ricorderà tutti i dettagli.
Scoperta la bravata della notte prima, il preside affida Bree ad un tutor, Nick Davis, uno degli studenti più popolari del college. Grazie a Nick, Bree scopre l’esistenza di una società segreta legata ai cavalieri della tavola rotonda che lotta contro i demoni per mantenere l’equilibrio nel mondo. Quando dubbi, ricordi e poteri si mescoleranno all’esistenza della ragazza, Bree dovrà decidere se indagare sulle proprie origini e sulla morte della madre infiltrandosi tra i ranghi dell’ordine dei leggendari.

Legendborn è il romanzo d’esordio dell’autrice afro-americana Tracy Deonn e, primo libro dell’omonima trilogia. È importante specificare che si tratta di un esordio, perché questa lettura mi ha lasciata confusa.

Da una parte mi sono trovata ben coinvolta dalla storia di Bree, la protagonista, dall’altra ho arrancato per capire e ricordare tutto l’ordine gerarchico ed i componenti della società segreta Ordine della tavola rotonda (Legendborn nella versione originale in inglese), trovandomi più volte a dover usare note e appunti.

Insomma, l’inserimento del worldbuilding è un po’ claudicante anche se ricco di spiegoni. Qui si denota l’inesperienza dell’autrice. Va detto, però, che al termine della lettura, son riuscita a ricordare quasi tutti i ruoli.

Non mi ha convinta nemmeno la gestione temporale della trama. Succede tutto nel giro di due settimane, tempistica che mi sembra davvero troppo breve per giustificare l’acquisizione delle competenze, dei poteri e della consapevolezza di Bree – che ricordiamolo, ha solo sedici anni!
In quest’ottica anche la storia d’amore si sviluppa troppo rapidamente, così come anche l’evoluzione di Selwyn, nonostante sia bella e coerente, è troppo rapida perché sia credibile.

Gli aspetti di forza del libro invece risiedono nell’approfondita trattazione del lutto della protagonista e nei sentimenti di rabbia e denuncia che lega la comunità nera al razzismo subito per secoli.

Legendborn è un grosso calderone ricco di tante, forse troppe, componenti: lutto e sofferenza, discriminazione razziale e non solo, patriarcato, amore, società segrete, due tipi differenti di magia, senso di comunità e appartenenza, solidarietà della comunità nera, demoni e battaglie, linee di sangue e conoscenza tramandata di generazione in generazione. Insomma, ci sarebbe davvero tanto materiale da poter analizzare.

Ho apprezzato molto le note dell’autrice poste alla fine del romanzo. Leggendolo avevo già avuto l’impressione di una forte componente autobiografica intessuta fra le pagine, la conferma ricevuta alla fine, credo mi abbia fatto apprezzare maggiormente l’intero romanzo.

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Qualcuno ha detto YA?