Un voto così intrepido e mortale

«Le casse di Syhl Shallow hanno cominciato a esaurirsi. Probabilmente avrai un’unica possibilità di opporti a Rhen. Le perdite nella battaglia finale con Emberfall sono state gravi, a causa della creatura del principe. Un secondo assalto è fuori discussione» Fa una pausa. «E tu gli hai concesso sessanta giorni per prepararsi allo scontro».
«Lo so.»

Trama:

Schierati uno contro l’altro, i due fratelli, Rhen e Grey, con le rispettive compagne al fianco, si preparano la grande guerra per il controllo del regno di Emberfall. Tutto però si complica con il ritorno di una vecchia e potente nemesi.

Un voto così intrepido e mortale è il romanzo conclusivo della trilogia fantasy/young adult di Brigid Kemmerer, The Cursebreaker.

Se avete letto la recensione del romanzo precedente (Un cuore così impavido e spezzato), sapete che quel secondo capitolo non mi è piaciuto per nulla. Quindi ho iniziato la lettura di questo libro con scarso entusiasmo, aspettandomi una partenza molto in salita. Di fatto, così è stato.

I personaggi subiscono talmente tanti cambiamenti contraddittori all’interno di questa saga, che non risultano coerenti né credibili. Certo si tratta della mia opinione personale, però più che di crescita, parlerei di confusione.

Soprattutto non ho compreso la smania di Grey di voler reclamare il trono ad ogni costo, dichiarando guerra al fratello, come non mi è stato ben chiaro il rapporto tra Rhen e Harper. Due passi avanti e cinque indietro.

Dal punto di vista del ritmo, questo libro migliora un pochino rispetto al secondo volume, ma rimane comunque abbastanza lento. La battaglia finale – se così vogliamo chiamarla – è tirata e frettolosa.

Un punto a favore del romanzo invece è l’attenzione data dall’autrice alla difficoltà dei giovani regnanti (sia Rhen che Lia Mara sono appena ventenni) di gestire i rispettivi popoli. Si dice che sia più facile conquistare qualcosa che non mantenerla e, in questo ultimo capitolo della saga ci troviamo dinanzi a questa situazione.

Insomma, tirando le fila, il primo libro è un romanzo carino che funziona bene anche da solo, il seguito della trilogia purtroppo non riesce a reggerne il livello.

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Per rimanere in tema retelling…