| Titolo Originale | Wicked: The Life and Times of the Wicked Witch of the West |
| Autore: | Gregory Maguire |
| Anno: | 1995 |
| Titolo in italiano: | Wicked. Vita e Opere della perfida Strega dell’Ovest |
| Genere: | Fantasy |
| Serie: | The Wicked Years – 1 di 4 |
| Edizione: | Mondadori |
«Se è civiltà quella che lo ha accolto la settimana scorsa, avrà nostalgia delle barbarie di casa sua» osservò Elfaba
Trama:
Nel regno di Oz Elfaba nasce con la pelle verde, una madre priva di affetto e un padre fervente religioso – che forse non è nemmeno il padre. Fin dai primi anni è chiaro che la sua non sarà un’esistenza facile, specie dopo la nascita della sorella disabile e della morte prematura di Melena, la madre.
All’università di Shiz per puro caso verrà assegnata come compagna di stanza di Galinda, giovane bellezza esuberante ed appariscente, con cui nascerà un rapporto di amore/odio che si tramuterà in amicizia. Ma il vero incontro che segnerà la sua vita futura è quello con il Dottor Dillamond, Caprone insegnante con brillanti teorie scientifiche sugli Animali (animali con capacità di pensiero e parola), di cui sarà assistente fino a quando questi verrà assassinato a causa delle preoccupanti repressioni politiche.
Passeranno gli anni in cui amerà Fiyero e sarà un’attivista e terrorista, quelli da esule e quelli ad Ovest nel Vinkus in cui scoprirà le arti magiche, fino all’incontro fatale con una curiosa bambina di nome Dorothy giunta da una terra lontana chiamata Kansas. Quello che non passerà mai è l’odio per il Mago.

Wicked. Vita e Opere della perfida Strega dell’Ovest è il primo libro della tetralogia fantasy scritta da Gregory Maguire ambientato nel regno di Oz e che vuole essere un retelling/prequel de “Il meraviglioso di Oz” di L. Frank Baum.
Il romanzo è nato inizialmente come opera autoconclusiva ed è famoso in tutto il mondo poiché da questo libro è stato tratto il celeberrimo omonimo musical di Broadway, per l’appunto Wicked (2003).
A distanza di dieci anni dalla prima pubblicazione, Maguire iniziò a scrivere
Prima di passare alla recensione vi riporto giusto due aspetti tecnici. Il romanzo è narrato in terza persona ed è suddiviso in cinque parti. Seguiamo sempre Elfaba, la protagonista, nel corso di tutta la sua vita e troviamo spesso salti temporali di diversi anni.
Fantasy sì, ma Weird
Lo stesso Maguire, nella sua postfazione del romanzo presente in questa edizione Oscar Mondadori, racconta della propria necessità di scrivere e leggere fantasy e come questo “altro mondo” abbia avuto importanza nella sua vita. Per cui parliamo sì di fantasy, ma del tipo più lontano dalle fiabe dai buoni sentimenti.
Wicked è un fantasy destinato assolutamente ad un pubblico adulto, partiamo da questo presupposto. Ci sono elementi grotteschi, disturbanti e alcuni esempi di sessualità in grado di scandalizzare i benpensanti. Sono convinta che se avessi affrontato questo libro ai tempi del liceo, l’avrei detestato.
Avendolo letto in italiano e non in lingua originale, posso dirvi che per quello che si evince dalla traduzione, lo stile di Maguire è particolare. A tratti molto scarno, a tratti con descrizioni e prosa eleganti, in alcuni passaggi decisamente volgare, in altri diventa nozionistico o ricco di ironia e umorismo nero. A me questo mix è piaciuto.
Maguire non è il tipo di scrittore che spiega passo dopo passo tutto quanto al lettore, molte cose bisogna dedurle da soli. Addirittura il finale di alcuni personaggi viene lasciato aperto, sottinteso o non ben definito.
Perché a tante persone non è piaciuto?

Se fate un giro su Goodreads, avendo voglia di perdere un po’ di tempo, leggerete molte recensioni di persone che hanno detestato il romanzo. Io sono la prima ad essere pienamente convinta che questo libro non è per tutti i gusti.
Ad esempio ad un lettore abituato a fantasy young-adult con una forte componente romance, credo che Wicked non piacerà affatto. Ecco alcuni dei perché che mi sono data per spiegare tanti lettori avversi.
Perché la narrazione è distaccata emotivamente, gli stessi personaggi a loro modo sembrano essere algidi, per cui di primo acchito non siamo di fronte ad un romanzo in cui diventa semplice immedesimarsi nei personaggi.
Perché, come dicevo prima, siamo nelle orbite del weird in cui magia, fantascienza, tecnologie steampunk si mescolano alle atmosfere cupe e alla grande presenza di una realtà socio-politica complessa e molto rilevante. Tutti questi elementi – a mio parere lo rendono una grande opera! – però non lasciano mai spazio ad un sentimento positivo.
Perché è crudele, dall’inizio alla fine. Porta nero su bianco una società fin troppo verosimile, in cui sono presenti discriminazioni razziali e sociali; un insieme di personaggi meschini, grotteschi, sessualmente controversi (e non mi riferisco ai bi) in cui anche il migliore è deplorevole.
Perché c’è tanta politica (altro valore aggiunto – my opinion), parecchie digressioni filosofiche sulle origini del male e su altri temi che, ad una prima impressione rallentano il ritmo della trama, ma in realtà sono fondamentali per lo sviluppo di Elfaba e degli eventi.
Perché ha attinto da una fiaba per bambini per creare un mondo oscuro e depravato. Il Mago non è solo un vile truffatore, è un dittatore con le mani sporche di stragi e genocidio. Perché la Strega Buona non è poi così tanto buona.
Perché si aspettavano di ritrovare le stesse atmosfere del musical o del film con Judy Garland. Niente di più lontano. Il musical è una versione edulcorata del romanzo, ricca di colori e in grado di emozionare dall’inizio alla fine – non a caso è uno degli spettacoli musicali più longevi di Broadway! Ma le storyline dei personaggi sono piuttosto differenti, c’è più leggerezza e più gioia, più spazio ai famosi “buoni sentimenti”.
Il romanzo invece è un vero e proprio buco nero della speranza.
Perché cercano all’interno del romanzo una morale o per lo meno una figura positiva. Qui non ce ne sono. È tutto amorale, perfino la dottrina religiosa. Wicked non vuole dettare un bel niente a nessuno, porta sulla carta personaggi carichi dei peggiori difetti e non ha la presunzione di voler insegnare come si vive.
I messaggi importanti, che emergono chiari e forti, sono quelli di denuncia dei totalitarismi, della violenza, e finalmente lo fanno senza retorica buonista ma grazie allo sviluppo del romanzo.
Perché Elfaba non è una Mary Sue, ma un Personaggio con la P maiuscola, uno di quelli talmente grandi che danno fastidio.
Non la si può etichettare come “prima buona e poi cattiva”, è in continua evoluzione. Figlia indesiderata, poi emarginata, studentessa cinica e attivista rivoluzionaria, dalla parte dei “deboli” Animali, poi ancora terrorista, amica, innamorata, anima in lutto (perdonate il gioco di parole nella scelta del termine) alla ricerca del perdono, esule, madre distaccata, reggente, sorella invidiosa, strega, vendicatrice.
Insomma, un tornado infinito in quel tortuoso percorso, lontano dai sicuri mattoni gialli, che è la vita.
Perché a me è piaciuto? Per tutti i motivi scritti qui sopra.
| TRAMA | 4 |
| PROSA | 3 |
| AMBIENTAZIONE | 5 |
| PERSONAGGI | 5 |
| RITMO | 3,5 |
Consigliato?
Tanto ma sappiate che non è per tutti, vi ho avvisati!
PS. Una volta nella vita, se capitate a Londra o a New York, regalatevi 3 ore in teatro per guardare, ascoltare e vivere Wicked – il musical questa volta. Vi rimarrà “l’impronta sul cuore”
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Io mi autodenuncio: sono una di quelle che si aspettava qualcosa di simile al musical. Non pari pari, eh, ma neanche una cosa così lontana dalle atmosfere magiche del kolossal di Broadway (che ho visto due volte e riguarderei altre enne). In più l’ho letto in inglese, quindi già era contorto per la lingua, aggiungici la fatica nel seguire i temi… per me è stato un no enorme! Però riconosco i punti di forza che citi, e penso che appunto sia semplicemente un libro per cui occorre partire consapevoli e preparati!
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Ti capisco, anche io ho visto prima il musical e avevo provato a leggere dopo il libro in inglese ma era troppo difficile per me allora. Questa volta, già dalle prime pagine mi sono resa conto di dovermi staccare mentalmente dall’idea che avevo in partenza, perché sono due cose proprio tanto diverse
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Io sinceramente sono stanco di questi stravolgimenti delle fiabe, dove il cattivo non è poi così cattivo e la buona in realtà non è poi così buona, ormai è un argomento trito e ritrito, sta seriamente sulle balle, poi a quanto capita anche abbastanza noioso, in ogni caso la tua recensione generale, mi ha convinta ancora di più a negativizzarlo, non lo leggerò.
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