| Titolo Originale | La mémoire de Babel |
| Autore: | Christelle Dabos |
| Anno: | 2017 |
| Titolo in italiano: | La memoria di Babel |
| Genere: | Fantasy / Young Adult |
| Serie: | L’Attraversaspecchi – 3 di 4 |
| Edizione: | edizioni e/o |
«L’Index vocabulum prohibitorum, l’elenco di tutte le parole che è vietato pronunciare ad alta voce. Tutto ciò che ha un rapporto con… sapete…» Ambroise fece un segno a Ofelia di avvicinare la testa per poterle sussurrare all’orecchio. «…Con la guerra».
Trama:
Dopo due anni e sette mesi passati su Anima, Ofelia finalmente riesce a scappare grazie al pronto intervento di Archibald. Si reca sull’arca di Babel per ritrovare Thorn e continuare le sue indagini sulla misteriosa identità di Dio. Una volta su Babel scopre una società che rinnega la violenza ma non per questo è meno crudele. Si iscrive al corso per diventare precorritrice (colei che preserva e conosce la storia di Babel) per riuscire ad introdursi nell’archivio segreto del memoriale ed incontra nuovi personaggi da cui guardarsi le spalle.

La memoria di Babel è il terzo libro della tetralogia scritta da Christelle Dabos, ed stato pubblicato a due anni di distanza dal precedente.
Il romanzo inizia con un salto temporale di due anni e sette mesi rispetto a dove ci eravamo lasciati con Gli Scomparsi di Chiardiluna.
Due anni e sette mesi in cui ci viene detto che Ofelia ha fatto delle ricerche su Dio – per quanto possibile dato che viene sorvegliata a vista dalle decane della sua arca nativa). Si presuppone però che facendo passare un arco di tempo così lungo, siano avvenuti dei grossi cambiamenti nel mondo delle arche e nei protagonisti, invece non è questo il caso.
Di tutti i personaggi, la crescita maggiore la troviamo in Ofelia, che se ogni tanto tende a ricadere nell’asservimento a qualcuno, in questo libro lo fa con cognizione di causa e con l’intento di raggiungere i propri obiettivi.
I personaggi secondari che vengono introdotti invece sono piuttosto piatti e stereotipati, decisamente meno interessanti dei precedenti Archibald e Berenilde, che qui interpretano solo un espediente narrativo per far giungere Ofelia sull’arca di Babel.
Meritavano un trattamento migliore!
L’ambientazione in questo romanzo a mio avviso supera in bellezza quella dei precedenti. Babel è un’arca con una situazione politica molto ben delineata e con meccanismi complessi. La legge rifiuta completamente la violenza, fino ad arrivare al punto di censurare termini come guerra, crimine, armi, ma anche libri gialli e opere troppo esplicite. La crudeltà viene elargita sotto forma di sanzioni, ghettizzazioni in base al ceto di nascita e ai poteri posseduti. Quella che di facciata è la società ideale, pacifica ed altamente evoluta, è una realtà marcia nel midollo. Davvero un plauso alla Dabos per questa costruzione.
Di contro invece la trama subisce una grossa battuta d’arresto, tanto che in alcuni momenti sembra di leggere uno spin-off più che un proseguimento della saga.
Anche in questo libro Thorn compare a malapena e sempre con poche frasi stitiche, insomma l’autrice vorrebbe farci empatizzare con questo personaggio, ma io lo trovo impossibile.
La prima parte del romanzo, dopo la fuga da Anima, è abbastanza lenta. Un po’ perché trovandoci in un nuovo mondo l’autrice si è presa tempo per farcelo conoscere, un po’ perché Ofelia è di nuovo la ragazzina sprovveduta che si deve nuovamente sottomettere a meccanismi più grandi di lei per ritrovare Thorn (di cui ha capito essere fortemente innamorata )e proseguire con le indagini sulle identità di Dio e dell’Altro.
La seconda parte cerca di accelerare un pochino, ma rispetto al secondo libro, siamo sottotono, e iniziano a comparire delle discrepanze nella trama. Ci dovrebbero essere dei villain che poi così villain non sono, o per lo meno non si capiscono i loro obiettivi; gli artigli di Thorn sono diventati inaffidabili ma non ci è dato sapere il motivo; per tre quarti di storia si indaga su misteriosi avvenuti nel memoriale e su un autore misterioso e quando finalmente viene svelato il colpevole è deludente.
Insomma, sembra un libro di transizione verso il gran finale. Peccato perché a suo favore ha un’ambientazione davvero pazzesca e alcuni spunti narrativi molto interessanti che però non sono stati sviluppati nel migliore dei modi.
Ora non mi resta che concludere la lettura della saga dell’Attraversaspecchi con il quarto ed ultimo libro, Echi in tempesta.
| TRAMA | 3 |
| PROSA | 3 |
| AMBIENTAZIONE | 4 |
| PERSONAGGI | 3 |
| RITMO | 2,5 |
Consigliato? Nì, va preso come un libro di transizione.
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