
| Titolo Originale | The Broken Sword |
| Autore: | Poul Anderson |
| Anno: | 1954 |
| Genere: | Fantasy |
| Edizione: | TIF extra Fanucci Editore |
In quei giorni la gente di Faerie abitava ancora sulla Terra, ma già sui loro possedimenti gravava una cappa onirica, come se fluttuassero tra il mondo dei mortali e un’altra dimensione, e perciò luoghi che un certo momento sembravano una banale collina solitaria o un lago o un bosco, l’istante successivo brillavano di una lucentezza sovrannaturale.
Trama:
Skafloc, figlio di Omr il conquistatore vichingo, viene scambiato alla nascita ed allevato dagli elfi di Alfheim per diventare uno dei combattenti più forti nella guerra contro i Troll. Valgard, l’altro bimbo scambiato, cresce e diventa un berserker spietato, la vera nemesi di Skafloc in una guerra mossa da poteri superiori, predetta dalle Norne e in cui la spada spezzata da Thor, Tyrfing che Skafloc dovrà far riforgiare, diverrà lo strumento in grado di segnare l’esito della guerra.

Fin dalle prime righe capiamo subito di trovarci di fronte a un libro che non ha nulla a che fare con il moderno concetto di romanzo fantasy. Leggere La Spada spezzata significa immergersi in un racconto epico nel senso più classico del termine, uno di quelli stoici e imperturbabili, in cui vengono narrate le gesta e le battaglie di eroi forti ed intrepidi. Il racconto di un mito in cui il tempo si dilata e si restringe e su cui aleggia un’aura di epicità.
Il mito di Skafloc scritto da Anderson è narrato con un particolare mix di leggenda e schiettezza, luoghi reali e richiami storici si fondono con la mitologia norrena, trovando un’affascinante contaminazione nel pantheon dei Tuatha de Danan (dalla mitologia irlandese).
Pubblicato nel 1954 – sì, lo stesso anno del ben più famoso La compagnia dell’anello del professor Tolkien – La Spada spezzata è ambientato nell’epoca della conquista vichinga delle terre dell’attuale Regno Unito. Sono presenti le razze più comuni degli epic fantasy, ovvero nani, folletti, troll ed elfi. La particolarità però è che sono presenti nella forma più fedele alle Edda e ad altri componimenti mitologici. Gli elfi infatti sono gli abitanti di Alfheimr, i nani li ritroviamo a Jotunheimr, insomma la struttura dei nove mondi sorretti dall’Yggdrasil viene usata da Anderson per fissare un mondo magico ben preciso, in cui Skafloc si muove impavido verso il proprio destino.
I personaggi sono assoluti nei loro ruoli, proprio come nei poemi epici, tutti seguono il proprio percorso implacabile ed ineluttabile. C’è molta violenza, non solo nelle battaglie e nella guerra, ma nella natura stessa delle diverse razze.
Essendo una pubblicazione – passatemi l’espressione – un po’ datata, sarebbe sciocco ricercare scintille moderne nei personaggi, specie in quelli femminili. Il mondo de La Spada spezzata è un mondo crudele governato dagli uomini. Che siano possenti guerrieri, dei o re, sono loro a condurre la storia, mentre alle donne viene affidato il ruolo di figlie, amanti, streghe, madri, subdole bugiarde, ma mai di protagoniste del proprio fato.
Oggi è importante leggere questo romanzo con la chiara consapevolezza dei suoi 67 anni d’età. Possiamo quasi pensare a quest’opera come ad un nonno saggio e ricco di storia, lontano dai romanzi moderni ma facente parte di diritto dei classici del genere.
Ho apprezzato molto la prefazione scritta dall’autore stesso in occasione della seconda riedizione, avvenuta sedici anni dopo la prima – per esattezza nel 1971 – in cui lo stesso Anderson mette in discussione la sua opera non risconoscendosi più in essa come scrittore.
| TRAMA | 3,5 |
| PROSA | 4 |
| AMBIENTAZIONE | 4,5 |
| PERSONAGGI | 3 |
| RITMO | 4 |
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