
| Titolo Originale | Circe |
| Autore: | Madeline Miller |
| Anno: | 2018 |
| Genere: | Retelling mitologico |
| Edizione: | Marsilio – Sonzogno |
Nacqui quando ancora non esisteva nome per ciò che ero. Mi chiamarono ninfa, presumendo che sarei stata come mia madre, le mie zie e le migliaia di cugine. Ultime fra le dee minori, i nostri poteri erano così modesti da garantirci a malapena l’immortalità.
Trama:
Circe nasce dalla naiade Perseide e dal titano Elios, trascorre i suoi primi tempi con la famiglia divina nel palazzo di Oceano, vivendo come emarginata. Si innamora di un giovane mortale, Glauco e dopo aver appreso di poter usare erbe e fiori per trasformare la natura delle cose, lo trasforma in un dio sperando in un matrimonio. Delusa dal rifiuto del neo-dio e gelosa della cugina Scilla, la trasforma in un mostro e dopo aver confessato l’opera, viene mandata in esilio sull’isola di Eea. Qui vi trascorrerà i secoli imparando a padroneggiare la sua arte magica ed entrerà in contatto con diversi umani, tra cui Odisseo di ritorno dalla guerra di Troia.

Circe è il romanzo mitologico/di formazione scritto dall’autrice Madeline Miller che narra in una rivisitazione moderna la storia della figura mitologica che compare nell’Odissea.
Di formazione perché seguiamo Circe sin dalla sua nascita nei tempi primordiali degli dei e, lungo il corso di tutto il romanzo assistiamo alla sua crescita come dea, donna, maga ed infine madre.
Tutto il libro è un lungo e melodioso racconto in prima persona. Circe ci accompagna nella sua esistenza con pacata furia e nostalgica amarezza.
È impossibile leggere questo romanzo senza sentire il tono di denuncia della condizione della donna nel mondo antico, relegata a sposa o schiava dei propri impulsi. Con Circe invece, la Miller vuole riscattare l’immaginario collettivo, creando un personaggio complesso e profondo, in grado di attraversare le tante fasi che portano alla formazione di una coscienza di sé piena e consapevole.
Circe è una dea emarginata e derisa da tutta la sua famiglia divina. Fin da subito realizza di essere meno attraente delle altre ninfe, che giudica a sua volta come superficiali e talvolta perfide. È così interessante quindi, il suo voler difendere la propria condizione di donna e allo stesso tempo avere un atteggiamento misogino verso la maggior parte delle figure femminili che incontriamo nel romanzo.
Questa grandissimo personaggio però non è solo una donna, ma anche una dea che sviluppa la propria abilità nella preparazione di pozioni ed incantesimi – un’attività che ci viene descritta come il più lontano possibile dal funzionamento dei poteri degli dei superiori. Il romanzo è una lode alla tenacia, alla dedizione e alla costanza nel perseguire i propri obiettivi.
Di tutti i personaggi maschili che Circe incontra nel romanzo, quello che ci viene presentato meglio è sicuramente Dedalo, mentre la Miller continua l’opera iniziata già ne La Canzone di Achille, dipingendo la figura di Odisseo come uomo spregevole e calcolatore. Potremmo dire che è proprio Circe a far emergere i pochi pregi concessi ad Ulisse dall’autrice.
Senza dilungarmi ulteriormente, vi voglio dire che ho amato questo romanzo fino dalle prime frasi. Non ho letto il libro in lingua originale ma, basandomi su questa edizione, ho apprezzato tantissimo la traduzione ad opera di Marinella Magrì.
Ho trovato la prosa della Miller davvero meravigliosa, drammatica (nel senso più teatrale del termine), mai superflua ma in grado di incantare con eleganza, di dipingere un mondo spietato, ma al contempo ricco di bellezza, con toni melodiosi e malinconici.
Un romanzo che consiglierei davvero perché intimo ed introspettivo, ricco di tematiche, scorrevole e scritto davvero bene.
| TRAMA | 4 |
| PROSA | 5 |
| AMBIENTAZIONE | 4 |
| PERSONAGGI | 4,5 |
| RITMO | 3,5 |
Consigliato? Tantissimo
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L’ho trovato superiore al primo libro della Miller che comunque era molto buono, perchè pone il focus su un personaggio meno inflazionato e meno intoccabile secondo me
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