Narrativa Italiana, Recensioni

Le otto montagne

Titolo OriginaleLe otto montagne
Autore:Paolo Cognetti
Anno:2016
Titolo in italiano:Le otto montagne
Genere:Romanzo di formazione
Edizione:Einaudi

E diceva: siete voi di città che la chiamate natura. È così astratta nella vostra testa che è astratto pure il nome. Noi qui diciamo bosco, pascolo, torrente, roccia, cose che uno può indicare con il dito. Cose che si possono usare. Se non si possono usare, un nome non glielo diamo perché non serve a niente.

Trama:

Pietro è figlio dell’amore per la montagna dei suoi genitori. Nelle estati trascorse lontano dalla vita caotica di Milano, stringe una forte amicizia con Bruno, un ragazzo coetaneo nato e cresciuto in un piccolissimo paesino di montagna, Grana, in cui la vita scorre in maniera totalmente differente. I due ragazzi negli anni si ritroveranno e distanzieranno più volte, intraprendendo le proprie scelte di vita ma, trovando sempre una comunione di spiriti nelle montagne sopra Grana.

Le otto montagne è un romanzo ambientato in Italia principalmente tra i monti sopra Grana – piccolissimo paesino – Milano e Torino. Può essere accomunato al genere del romanzo di formazione. La storia si sviluppa in un arco temporale di circa trent’anni, tra il 1984 e il 2014, più numerosi flashback che raccontano episodi della vita dei genitori del protagonista.

Il libro è suddiviso in tre parti, la prima è dedicata all’infanzia (Montagna d’infanzia), la seconda alla giovinezza (Casa della riconciliazione) e la terza all’età adulta vera e propria (Inverno di un amico). All’interno di questa struttura principale troviamo la suddivisione in capitoli, semplicemente numerati.

Tutto il romanzo è narrato in prima persona da Pietro, il protagonista. Lo stile di Cognetti mi è piaciuto davvero molto. È pulito, lineare, non una sola parola di troppo viene adoperata nei dialoghi o nelle descrizioni, eppure c’è la capacità di creare una forte connessione emotiva con il lettore, di toccare corde sensibili e dipingere paesaggi in maniera squisitamente realistica.

Sembra paradossale, ma una parte della grandezza di questo romanzo, risiede nelle frasi non dette, nei silenzi dei personaggi, oltre che nelle capacità evocative dell’autore.

La montagna di Cognetti è essa stessa un personaggio vivo, al contempo perenne e in continuo cambiamento. È un essere dal richiamo irresistibile, un porto sicuro, un gigante pericoloso, un luogo in cui fermare il tempo e ritrovare se stessi.

Nel romanzo ci troviamo di fronte a tre personaggi maschili molto differenti tra loro, ciascuno legato alla montagna ma, in maniere differenti.
Molto spazio viene occupato dalla figura del padre di Pietro. È un uomo complesso, taciturno ma ingombrante, caparbio ma fragile. È grazie a lui che avviene la scoperta dell’alta montagna nell’infanzia di Pietro.

I contrasti tra padre e figlio hanno un ruolo importante nella storia raccontata dal protagonista, così anche come la spiccata differenza di attitudine alla vita di Pietro e Bruno. Uno è girovago, l’altro è colui che resta.

La stabilità vera e propria, possiamo trovarla nei personaggi femminili, donne forti, autonome e capaci di donare senso di sicurezza a questi uomini dai grandi contrasti interiori.

Ho amato questo romanzo fin dalle prime righe. In poco più di 200 pagine, l’autore riesce a dare vita a personaggi molto tridimensionali, complessi, ricchi di sfumature e davvero credibili.

Le otto montagne regala al lettore una storia semplice, ricca di emotività e capace di condurlo per mano a quell’alpeggio che da generazioni resiste alla dura vita della montagna, appena sopra il limitare del bosco.


Questo romanzo è stato vincitore del Premio Strega nel 2017

Consigliato? Decisamente sì!

Classificazione: 4.5 su 5.

ACQUISTA SU AMAZON (*aff)

© The Neverland Tales 2020. Tutti i diritti riservati. È vietata la riproduzione – anche parziale – dell’articolo e dei suoi contenuti senza attribuzione all’autore.


Altre recensioni di avventure

Lascia un commento