
| Titolo Originale | The Voyages of Doctor Dolittle |
| Autore: | Hugh Lofting |
| Anno: | 1922 |
| Titolo in italiano: | Il viaggio del Dottor Dolittle |
| Genere: | Avventura / Per ragazzi |
| Edizione: | Graphofeel Edizioni |
Gli uomini mi fanno ridere. Si credono tanto in gamba. Il mondo va avanti da migliaia di anni, ormai, non è vero? E la sola cosa che hanno imparato del linguaggio degli animali è che quando un cane scodinzola vuol dire: “Sono contento!” Buffo no? Tu sei, senza dubbio, il primo uomo che parla come noi.
Trama:
Il prestigioso Dottor Dolittle, medico chirurgo inglese, perde interesse verso i propri pazienti umani in favore di quelli animali, dedicandosi con passione e impegno all’apprendimento del loro linguaggio. Divenuto famoso nel mondo animale, il Dottore intraprende un primo grande viaggio in Africa per curare un’epidemia che sta decimando la popolazione delle scimmie.
In seguito, affiancato dal giovane assistente Stubbins e dai fedeli compagni animali, viaggerà verso un’isola fluttuante del Sud America alla ricerca di un grandissimo naturalista.

Il viaggio del Dottor Dolittle è un romanzo scritto da Hugh Lofting, ambientato tra gli anni ’20 e ’40 del XIX secolo e pubblicato nel 1922. Lofting ebbe l’ispirazione per la creazione del personaggio del Dottor Dolittle durante il periodo passato in trincea durante la Grande Guerra, mentre osservava i patimenti degli animali causati dalla violenza dell’uomo.
Scrisse così i suoi primi racconti dalla trincea per i propri figli. In totale pubblicò 20 romanzi, di cui 14 con protagonista il Dr Dolittle.
Questo romanzo è il secondo avente protagonista l’eclettico naturalista – come il protagonista ama definirsi – ed è suddiviso in tre parti. La prima narra la trasformazione del Dottore da prestigioso medico in eccentrico studioso del linguaggio degli animali e il suo primo grande viaggio verso l’Africa.
La seconda e la terza parte sono narrate da Tommy Stubbins, figlio di un ciabattino, che a nove anni e mezzo entra in contatto con il Dottore, rimanendo talmente affascinato dall’uomo e dal suo mondo, da volerne a tutti i costi diventare assistente per apprendere e viaggiare con il grande naturalista.
Lo stile di scrittura – specie della prima parte – è davvero molto semplice, in effetti si ha l’impressione che il narratore stia parlando proprio ad un pubblico giovanissimo. Nella seconda e terza parte invece, abbiamo un’evoluzione stilistica notevole. Il punto di vista del racconto passa dalla terza alla prima persona tramite i diari scritti da Stubbins.
Il ritmo del romanzo è piuttosto serrato, Lofting preferisce narrare gli eventi e dare spazio all’azione a lunghe descrizioni, catturando così l’attenzione del lettore e catapultandolo negli sgangherati viaggi del Dottore.
Il Dottore
Protagonista indiscusso è il Dottor Dolittle. Un uomo basso, rotondetto, dall’animo gentile e sempre disponibile ad aiutare qualsiasi creatura si presenti al suo cospetto. Anacronistico, totalmente disinteressato al denaro – che considera una gran scocciatura – si dedica costantemente allo studio e alla ricerca, imparando centinaia di linguaggi animali per poter comunicare con i suoi pazienti.
È sicuramente un avanguardista sulle tematiche dell’ecologia e del rispetto della fauna selvatica. Disprezza gli zoo, gli acquari e si batte per far cessare le Corride, che considera una vera brutalità verso i tori.
Insomma per essere un personaggio uscito da una penna nel 1920, siamo davvero davanti ad una figura di grandissimo spessore.
Polynesia – il pappagallo
Tra tutti gli animali che accompagnano il Dottore nel romanzo, Polynesia è sicuramente quello con la personalità più forte e complessa. Ci viene presentata come saggia e preziosa fonte di conoscenza, data dai suoi duecento e più anni di vita.
Spesso il suo intervento si rivela indispensabile per aiutare il Dottore ed i suoi compagni di viaggio a risolvere situazioni critiche e problematiche. Polynesia è indubbiamente astuta e a tratti manipolatrice.
Con questo personaggio purtroppo ho avuto un brutto approccio, infatti nel corso del romanzo, spesso Polinesia pronuncia frasi razziste nei confronti della popolazione africana e di quella indigena nativa sudamericana.
Il razzismo e la contestualizzazione storica.
Leggendo questo libro ho provato emozioni fortemente contrastanti. Da un lato Lofting riesce a creare una figura assolutamente avanguardista, attenta all’ecologia e alla protezione delle specie animali.
Dall’altro, purtroppo questo romanzo, nonostante sia dedicato ad un pubblico molto giovane e sia molto avvincente per via delle creature presentate e dei viaggi avventurosi e fantastici, ha molti elementi che oggi sono palesemente riconoscibili come razzisti.
Occorre fare un ragionamento sul periodo storico in cui il libro è stato scritto e sulle esperienze vissute da Lofting nel periodo della giovinezza. L’autore infatti, prima dello scoppio della Prima Guerra Mondiale, viaggiò in Africa e nelle colonie inglesi, per poi trasferirsi a New York ed iniziare la sua carriera da scrittore. Certamente nel 1920 non era pensabile parlare di equità e di pari diritti per le persone non bianche. La schiavitù negli Stati Uniti era stata formalmente abolita solo nel 1863 e proprio nel decennio 1910-1920 vi furono molti scontri, rivolte e disordini razziali.
Non è giustificabile oggi la posizione dello scrittore, ma comprensibile attraverso una corretta contestualizzazione che, purtroppo in questa edizione manca. Essendo un libro destinato a bambini e ragazzi, credo sia essenziale spiegare perché certe frasi sono state scritte e perché alcuni concetti siano retrogradi e profondamente sbagliati.
Solo così si possono creare giovani lettori attenti e consapevoli, che possono farsi trasportare dalla fantasia tramite i viaggi del Dottor Dolittle, leggere di animali fantastici e parlanti ma, comprendere anche che l’uomo bianco non è superiore ad altri esseri umani di differenti culture e colore della pelle.
Soprattutto, questo libro nelle mani di un bambino o una bambina dalla pelle di una bellissima nuance scura, può essere davvero offensivo in alcuni passaggi.
Non credo nella censura, nel cancellare e negare quelli che sono stati gli elementi più nefandi e deludenti della storia umana, anzi è giusto essere consapevoli delle atrocità dette, scritte e commesse nel corso della storia perché queste non si ripetano più.
Che se nel 1920 le frasi “Se ritorna nero, ben gli sta. E spero sia nero come la notte.” o “Tu sai come sono ignoranti quei neri” potevano essere scritte, nel 2020 non possono essere lette se non prendendo le dovute distanze dal pensiero dell’autore.
Ringrazio la casa editrice Graphofeel Edizioni per avermi omaggiato la copia di questo libro.
Consigliato? Solo se ben contestualizzato.
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Io ho visto i film, bellissimi! Però confesso che il libro non l’ho ancora mai letto.
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Devo ancora vedere il nuovo film con Robert Downey Junior, invece quelli con Eddie Murphy li vidi parecchi anni fa ma non ricordo molto. Effettivamente sarebbe carino riguardarli per vedere se il personaggio cinematografico combacia con quello letterario (ambientazione ed etnia a parte)
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Si idem, anche io quelli con Eddie, strabelli.
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