| Titolo Originale: | Три года |
| Autore: | Anton Čechov |
| Anno: | 1895 |
| Titolo in Italiano: | Tre anni |
| Genere: | Racconto |
| Edizione: | Mondadori – 1960 |

“Ma che cosa dunque mi trattiene qui?…”. E si sentiva irritato contro se stesso e contro quel cane nero che si rotolava sulle pietre e non fuggiva sui campi e nei boschi per vivere una vita libera, indipendente e gioiosa.
Trama: Aleksiej Leptiev, figlio di un ricco mercante, si innamora della giovane Giulia Sierghejevna. Riesce a sposarla ma si rende presto conto della tristezza della condizione di quel matrimonio nato senza amore. Tre anni trascorrono tra frustrazioni e sofferenze, sino ad arrivare alla consapevolezza che molti altri ne dovrà trascorrere in quella gabbia di relazioni povere e prive di attrattiva.

Tra i mostri sacri della letteratura c’è sicuramente anche Čechov. Scrivere una recensione su un’opera di uno scrittore così conosciuto e studiato è difficile. Credo esistano interi corsi universitari che basano mesi di lezioni sullo studio dello scrittore russo e delle sue opere.
Perché ho voluto scriverne qui sul blog? Perché riordinando gli scaffali della libreria pochi giorni fa, mi è capitato tra le mani questo libro che avevo letto molti anni fa, forse ai tempi del liceo in cui studiavo storia del teatro e, confesso non mi ricordavo assolutamente di cosa parlasse.
Infastidita dalle scarse prestazioni della mia memoria, ho deciso di rileggere questo racconto. Si dice che nel corso della sua vita Čechov abbia scritto più di seicento racconti. Ora non so se questo dato sia attendibile, certo è invece che la produzione artistica dello scrittore fu molto prolifica.
Torniamo alla recensione. Datato 1895 questo racconto lungo, siamo intorno al centinaio di pagine, basa alcuni tratti del protagonista sul proprio vissuto. Aleksiej Leptiev condivide con lo scrittore un padre mercante (anche se la famiglia del racconto è decisamente benestante e di una classe sociale superiore a quella modesta di Čechov), totalitario e un’infanzia passata tra percosse, cerimonie religiose e lavoro nel magazzino/negozio di famiglia.
Come in molte altre opere di Čechov, l’attenzione dello scrittore non è incentrata sul narrare degli eventi, quanto all’affrescare la condizione dell’animo umano. Leggere questo racconto ci proietta prima in una piccola realtà rurale della Russia di fine ottocento per spostarci poi nella più movimentata Mosca.
In “Tre anni” i protagonisti sono figure piuttosto passive in balia degli eventi e del malessere dato dalla loro condizione. Nel racconto entriamo in contatto con una società borghese pigra e atona che regna ancora sulla servitù della gleba, operosa e remissiva.
Anche in quest’opera, come in molte altre sue produzioni, l’autore non prende parte ad uno schieramento politico scrivendo per fare propaganda, si concentra invece nel realizzare una fotografia della società dell’epoca, regalandoci un’immagine malinconica e dai colori spenti.
La figura peggiore Čechov la riserva alla fervenza religiosa e bigotta espressa sicuramente dal padre di Laptiev, uomo autocelebrativo, dispotico e violento e, in parte anche dalla giovane Giulia, giovane ragazza che accetta un matrimonio perché pensa di arrecare dispiacere dicendo di no.
Questo racconto merita di essere letto con calma e prestando il giusto tempo alla contemplazione del quadro sociale ed emotivo dipinto dal maestro russo.
L’ho apprezzato molto e trovo sia un ottimo modo per i lettori più indecisi, di avvicinarsi alla grande produzione letteraria dei più famosi scrittori russi.
Consigliato? Assolutamente da leggere
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