Sono sempre stata convinta che ogni libro capitato tra le mie mani, sia arrivato nel momento giusto. Probabilmente non seguire le tendenze e le ultime uscite non mi rende appetibile al business dell’editoria ma, non voglio rinunciare alla visione romantica della lettura.
A modo proprio, ciascun libro può interpretare il proprio ruolo: intrattenitore, terapeuta, disturbatore, maestro e perfino perditempo. Certo non sono i libri ad avere possibilità d’azione, tutto dipende dalla disposizione d’animo con cui li leggiamo. Ho tantissimi ricordi legati ai libri, ai momenti in cui li ho letti e ricordo persino ciascuna persona che me ne ha regalato o consigliato uno. Talvolta ricordo meglio il contorno attorno al libro che la trama stessa.

Il primo libro che lessi fu “La Freccia Azzurra” di Gianni Rodari. All’epoca avevo sei anni, ero in prima elementare ed avevo da poco imparato a leggere. Credo di averci impiegato mesi per finirlo tutto e – guardandolo oggi, un libricino così piccino con capitoli di una-due pagine, mi viene da sorridere. Alcune illustrazioni mi facevano addirittura paura. Uno dei ricordi più belli però è legato al momento in cui lessi le ultime parole. Ero arrivata alla fine di un libro vero, ce l’avevo fatta! In quell’istante mi sentii così fiera di me, tanto che corsi subito da mio padre con il libro in mano e cinguettai che ero riuscita a terminarlo. Era lui il lettore della famiglia e fu proprio lui a trasmettermi questo amore per i libri.
L’altra persona che mi fece apprezzare la letteratura fu la mia maestra, Patrizia. Non ricordo bene come o quando, ma un giorno – che potrebbe essere stato tra la seconda e la terza elementare – mi portò un intero scatolone ricolmo di libri e mi disse “Tienili pure fino a che non li avrai letti”. Perdonerete se non riporto le esatte parole, sono passati davvero tanti anni per poterle citare con esattezza, ma il succo del discorso fu assolutamente quello.

La prima impressione, ricordo, fu di timore. Si aspettava davvero che li leggessi tutti prima di poterli restituire? E se ci avessi impiegato anni o se non mi fossero piaciuti? Mi sentivo in colpa all’idea di tradire la fiducia della mia maestra, così piano piano iniziai. Pensandoci bene ora, probabilmente lo scatolone non era tanto enorme, così come al suo interno non ci saranno stati più di una dozzina di volumi; ma si sa, quando si guarda con gli occhi di un bambino, ogni cosa sembra gigantesca. Di tutti quei libri, l’unico titolo che ricordo è “Supergatto” e quando l’ho cercato su Google, ho riconosciuto la copertina! Non chiedetemi di cosa parlasse il libro, penso di un gatto con superpoteri degno degli eroi Marvel.
Un’altra grande emozione, legata ai libri ed ai ricordi d’infanzia, la provai il giorno in cui per la prima volta ci portarono nella piccola sala della scuola adibita a biblioteca e ci dissero di scegliere un libro, di leggerlo e che una volta riportato, ne avremmo potuto prendere un altro. Insomma, il paradiso. Quel giorno capii che le biblioteche – per quanto piccole – le avrei amate sempre.
Alle medie ebbi la fortuna di avere un’eccellente professoressa di italiano. Grazie a lei mi appassionai all’epica e alla letteratura. Anche in quella scuola avevamo una piccola biblioteca e, sarei curiosa di poter tornare un giorno per vedere se c’è ancora il mio nome sulla scheda dei tanti dei libri che presi in prestito – probabilmente no, ora ci sarà un inventario elettronico. Spesso come compiti, la professoressa ci chiedeva di leggere dei libri e portarne poi una scheda di lettura. Così inserii alcuni titoli noti al mio corto elenco: Incompreso (F. Montgomery), Pattini d’argento (M.M. Dodge), Senza famiglia (L. Alcott) e tutta una serie di romanzi consigliati a giovani lettori.
Il libro che tra tutti mi fece innamorare definitivamente della lettura fu lui, o meglio loro. La Saga. Harry Potter.

Lessi il primo attorno ai dieci anni. Ricordo che trovai l’inizio lento e barboso, non capivo perché quando me lo regalarono mi dissero che tutti impazzivano per quel romanzo. Poi partii dal binario 9 e 3/4 con Harry e non riuscii più a staccare gli occhi dalle pagine. Ricordo benissimo mia madre che mi rimproverava perché portavo il libro con me ovunque e, la sera accendevo di nascosto la luce in cameretta per scoprire cosa sarebbe successo nei capitoli seguenti. Inutile dire quanto aspettassi la mia lettera da Hogwarts e, quanto sia ancora convinta che ci sia stato un problema di comunicazione tra la posta via gufo e Poste Italiane.
Così, ad oggi, i ricordi più potenti sono legati proprio ai libri della Rowling. Sono cresciuta assieme ad Harry ed i suoi amici, ci conoscemmo a dieci anni e lo salutai nel 2017, a diciassette anni. Piansi tanto quanto risi, sentii un’affinità incredibile con Harry, soprattutto negli anni difficili delle superiori in cui mi sentivo davvero vulnerabile.
Ringrazio la mia buona stella per aver messo quei libri sul mio cammino. Fantasia, intraprendenza, coraggio, uguaglianza, amore e amicizia e, nonostante la perdita ed il dolore, la speranza e la voglia di proteggere ciò che di buono c’è nel mondo. Ecco quello che trovai, che ritrovo tutt’oggi e che sempre troverò, tra le pagine dei libri di Harry Potter.
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