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La canzone di Achille

Titolo OriginaleThe Song of Achilles
Autore:Madeline Miller
Anno:2012
Titolo in italiano:La canzone di Achille
Genere:Retelling mitologico
Edizione:Marsilio / Feltrinelli

Eravamo come dei all’alba del mondo e la nostra felicità era così abbagliante che non potevamo vedere altro che noi.

Trama:

Patroclo è solo un bambino di 9 anni quando viene portato al cospetto di Tindaro per chiedere la mano di Elena secondo il volere di suo padre. A 10 viene esiliato dalla sua terra e mandato a Ftia, sotto la protezione di re Peleo. È qui che incontra il giovane splendente Achille e stringe con lui un rapporto stretto, prima di amicizia poi d’amore. Il destino però è già stato scritto dagli Dei, la guerra di Troia incombe e segna ineluttabilmente le sorti dei due giovani.

La canzone di Achille è il romanzo d’esordio della scrittrice statunitense Madeline Miller. La storia è tratta principalmente dall’Iliade di Omero più da altri poemi e tragedie classiche greche e latine a cui l’autrice si è ispirata.

Tutti conosciamo il mito classico di Achille, della guerra di Troia e della sua conclusione. Si può toccare un classico così noto per scrivere un retelling in chiave moderna? La Miller l’ha fatto, costruendo il romanzo su Patroclo.

Tutta la storia è narrata in prima persona da Patroclo, dalla sua infanzia sino al termine della lunga guerra di Troia. Il tema centrale è il rapporto amoroso dei due protagonisti.

Lo stile è al contempo delicato ma ricco di forza, c’è un buon ritmo narrativo e vengono impiegate diverse metafore che richiamano fortemente i climi ed i sapori mediterranei nelle descrizioni.

Patroclo

Il Patroclo descritto dalla Miller è una figura decisamente lontana dal possente e magnanimo guerriero e compagno d’arme dell’eroe descritto da Omero.

Ne La canzone di Achille, Patroclo si racconta sempre in funzione di Achille.
Da una simile scelta ne scaturisce un personaggio pacifico e un poco scialbo, tenace unicamente nel suo attaccamento al semidio. Non ha sogni o aspirazioni se non riguardanti Achille, non è codardo ma nemmeno intraprendente, nonostante gli anni di addestramento non è un bravo combattente (e qui ci scostiamo parecchio dal mito), insomma viene snaturato del suo tratto eroico per essere dipinto come un personaggio più moderno e reale, un ragazzo ricco di insicurezze e difetti. Il risultato però non convince fino in fondo, specie nell’avvicinarsi al triste epilogo.

Il cambiamento risulta troppo repentino, dopo trecentocinquanta pagine di inettitudine, in un momento di foga improvvisa, Patroclo si trasforma nell’inarrestabile guerriero omerico che indossata l’armatura di Achille “si slanciò per tre volte, simile ad Ares ardente, paurosamente gridando: tre volte ammazzò nove uomini.

In questa scena avremmo potuto assistere alla maturazione vera e propria di Patroclo: finalmente libero dal suo rapporto di dipendenza dall’orgoglioso compagno, prende coscienza delle proprie volontà e agisce in favore delle sorti degli achei, guadagnando così il riscatto dall’inedia e divenendo un personaggio attivo e autore del proprio successo.
Invece quest’emancipazione viene in qualche modo sminuita dall’aver agito ancora una volta a protezione dell’immagine di Achille.

È chiaro che l’interesse della Miller non sia stato quello di raccontare la guerra di Troia in termini di battaglie, vittorie e sconfitte, lo dimostra il fatto che i nove anni precedenti ai fatti narrati nell’Iliade, vengano trattati brevemente.
Sarebbe stato bello però avere più episodi atti alla crescita del personaggio di Patroclo, per rendere più credibile la parte finale.

Patroclo (1780) Jacques-Louis David

Achille

L’Achille della Miller, visto attraverso gli occhi di Patroclo, è un ragazzo a prima vista molto ingenuo, dalle fattezze splendenti, dall’animo puro e determinato a conquistare la propria gloria. Una figura attraente e carismatica, apparentemente inconsapevole dell’effetto che suscita su coloro gli stanno intorno e disinteressato a tutti.

Le uniche figure cui rivolge le proprie attenzioni sono Patroclo e Chirone. Persino verso la madre divina Teti, Achille non nutre un reale interesse.

A differenza di quella del compagno, l’evolversi della personalità di Achille è più lineare e coerente con il susseguirsi degli eventi. I tratti orgogliosi ed altezzosi, presenti fin dall’inizio, crescono assieme all’eroe fino a culminare nella famosa disputa con Agamennone.

Amore e eros

Nell’opera omerica non ci sono riferimenti espliciti alla relazione amorosa di Patroclo e Achille. I due vengono raccontati come compagni d’arme legati da un profondo affetto. Il rapporto romantico ed il sesso compaiono per la prima volta nella tragedia semi perduta I mirmidoni di Eschilo. In seguito anche Platone e Fedro parleranno della coppia in termini di amanti.

Il centro di questo romanzo invece è proprio il rapporto tra i due personaggi. Nato come una forte amicizia, con la crescita dei ragazzi questo si trasforma in un grande amore romantico.

Senza remore la Miller crea una forte tensione erotica – nel senso più classico del termine – fin dal primo incontro tra i due protagonisti, facendola crescere sapientemente e regalandoci diverse scene di sesso narrate con una prosa delicata e mai del tutto esplicita.

La connessione tra Patroclo e Achille è profonda e totalizzante, nessun esterno riesce a suscitare l’interesse di uno dei due ragazzi, al punto da far pensare ad un rapporto di codipendenza affettiva. Anche l’arrivo di Briseide non mina la relazione dei protagonisti. In questo romanzo la schiava viene reclamata da Achille solo su suggerimento di Patroclo e non intratterrà mai una relazione sessuale con l’eroe. Anzi, viene sviluppata un’interessante amicizia tra Briseide e Patroclo.

Per concludere questa recensione, vorrei dedicare un pensiero di solidarietà ai personaggi femminili. È pur vero che il romanzo è incentrato sulla storia di due ragazzi e che la maggior parte degli altri personaggi attivi al fine dell’evolversi degli eventi siano maschili, d’altronde data la derivazione dal poema classico, questa maggioranza di uomini è in parte giustificata; data però la rilettura in chiave moderna, avrei apprezzato un’attenzione diversa nei confronti delle figure femminili, in particolare sarebbe stato bello poter leggere di più riguardo all’algida e temibile Teti.


Ho letto tanti pareri positivi su questo libro e concordo con la maggior parte. Mi è piaciuto e ho apprezzato la naturalezza con cui viene narrata tutta la storia. Come detto sopra mi ha convinto un po’ meno lo sviluppo di Patroclo. In ogni caso è una lettura che consiglierei vivamente, specie a chi millanta ancora retrograde visioni omofobe.

TRAMA 4
PROSA4
AMBIENTAZIONE3
PERSONAGGI3
RITMO3
Gradimento da 1 a 5

Consigliato? Sì!

Classificazione: 3.5 su 5.

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Parliamo di retelling?

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